La piu’ grande sconfitta

La piú grande sconfitta
Avere tutto il mondo contro non lo è, perché non hai ancora perso.
Una grande sconfitta é scoraggiare i buoni propositi e lo è per chi li scoraggia.
Oppure vanificare un tentativo di creazione, contrastare un’azione intraprendente ma saggia, uccidere un sogno, mentire sullo stato dei fatti e farlo di fronte a milioni di testimoni. Nascondere o risparmiare le forze oppure usarle nel modo sbagliato, non aver ascoltato chi ti aveva detto di non farlo, sconsigliare con un secondo fine, consolare e godere simultaneamente, non credere. Farsi da parte, sperare nella sorte, confidare nel tempo e solo in esso,
senza alcun tentativo di partecipare ad una sua possibile cura dei trascorsi. Rifiutare senza motivo, privare di senso le cose, snaturarle, giudicarle male, non contestualizzarle. Appianare, equilibrare, bilanciare, essere forzati, spesso da sé stessi, a trovare un accordo sostenendo di averlo fatto di propria sponte: tutte terribili sconfitte.
Cercare il pareggio non è solo un pessimo risultato ma è in assoluto la cosa piú tragica perchè é una di quelle sconfitte che si ottiene ancora prima che sia realmente arrivata. Pareggiare, ovvero l’ingannevole tentativo di non fare differenze, è solo un modo un pó più elaborato per farne una ancora più drammatica e profonda.
Il tempo non chiude le ferite, le dilata come delle voragini.
E non possiamo che considerare questo altro che una drammatica sconfitta, una di quelle che poi é troppo tardi per chiedere la rivincita.
Sperare che accada, affidandosi solo alla speranza, sconfitta. Pensare che succederà, aggrappandosi solo al pensiero, sconfitta. Credere che arriverà, puntando solo sul credo, sconfitta. Sconfitte, queste, perché tutte battaglie in cui non siamo scesi in campo, dunque mai disputate.
Non dare aiuto, rinunciare alla proposta di offerta dello stesso, lasciar da solo qualcuno, chiudere gli occhi ma soprattutto, e ancor di più, aprirli solo quando si é perfettamente consapevoli che guardare in quel preciso momento non genera responsablità, problemi oppure danni collaterali di alcun genere: sconfitta. Anzi, clamorosa sconfitta con vigliacca ritirata ed abbandono sul campo dei compagni feriti.Tradire un segreto, sminuirlo per giustificarsi ed attenuare le reazioni, lasciare che un lungo silenzio possa spiegare un errore, compensare con azioni non pertinenti, evitare la radice delle cose, dei fatti, inteso come il sorvolare sull’origine dei problemi e delle incomprensioni, delegare a terzi l’ago ed il filo per ricucire o rattoppare e farlo con la consapevolezza che ció non potrà mai avvenire, abbandonarsi al caso.
Insegnare con severità e metodo qualcosa in cui poi dimostri di non credere o che si mostra sorprendentemente inefficiente agli occhi di chi ha imparato.
Disdegnare la meritocrazia, tralasciare la buona volontà, non apprezzare a dovere il sacrificio, quello degli altri per la precisione.
Concedere, elargire, esagerare senza motivo.
Sprecare risorse buone ed essere parsimoniosi di tempo inutile.
Lamentarsi dei propri errori con chi ha subito i danni maggiori da questi: sconfitta con delirio.
Nuocere alla salute mentale degli altri, minacciare la serenità altrui e, sconfitta delle sconfitte, non rendersene conto.
Non capire quando non é il caso, non capire quando é troppo, non riuscire ad avere la percezione del limite e passarlo ogno volta che se ne presenti l’occasione.
Fingere. Ingannare. Insinuare.
Il folle tentativo di mettere qualcuno in cattiva
luce attribuendogli cose che non ha fatto,
etichettandolo con particolari doti negative frutto
della cattiva interpretazione di un carattere,
titolandolo per episodi riportati dal punto di vista
del narratore, é solo la paura di accettare che
quel qualcuno, probabilmente molto diverso
da noi, non é poi quello che pensavamo che
fosse. Altroché, é uno che di sconfitte non ne
vuole sentire parlare e che, casomai ne venisse
qualcuna, si riorganizza in fretta ma con attenzione
per rimediare attraverso l’insegnamento che gli
errori della battaglia persa gli hanno dato.
Schivare, evitare, spostarsi e farlo con astuzia.
Sconfitta, se non dici esplicitamente che lo stai
facendo.
Omettere puó essere un modo di mentire e se
senti che la tua coscienza pesa quanto il tuo
silenzio, né un grammo piú né uno meno, allora
stai di sicuro mentendo.
Datti da fare, c’é ancora un pó di tempo.
Una grande sconfitta sarebbe non riuscire ad
ammettere l’origine dei propri errori e trovare una soluzione perché essi non siano, alla fine, la causa della nostra totale disfatta.
Ma la piú grande sconfitta sarebbe non averci nemmeno provato.

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